Il mare, il cielo, gli uomini, è ciò che esaltano la pittura di Richard Stabbert. Una pittura semplice, diretta ma sopratutto sognante dove abbandonarsi con gli occhi nell’immensità del blu.
Richard Stabbert, riesce attraverso i suoi dipinti a dare una boccata d’aria fresca, una libertà mentale ma anche corporea. Una pittura elegante basata su poche linee, che trasmettono positività ma anche malinconia. Ricordi di estati passate come le sue a Provincetown. Richard Stabbert dipinge amori veri, amori immaginari, amori desiderati. Incorniciati da stesure del blu, del mare, del cielo, in contrasto con i corpi nudi di uomini che fanno il bagno, che si abbracciano e che passano la loro estate spensierata e libera dal caos del mondo come Richard Stabbert stesso dice.
Una pittura che ci trasmette energia e che ci porta a sognare in vista dell’estate, un momento di tranquillità dal momento che stiamo vivendo, sperando diventi in fretta soltanto un brutto ricordo.
Quando e in che modo hai iniziato a dipingere?
Ho iniziato a dipingere tardi nella mia vita. Quando avevo quarant’anni, ho lasciato andare tutte le cose che mi trattenevano.
Niente di tutto questo sembrava avere più importanza quando ho preso un pennello e ho iniziato a dipingere.
Era solo per me stesso, un bisogno di creare, un diario di parti della mia vita che volevo esprimere.
Come definiresti la tua pittura?
Lascerei allo spettatore il compito di prendere la propria decisione. È stata definita come “raffinatezza ingenua, stravagante, infantile”; man mano che sono cresciuto insieme al lavoro, ho constatato che è ancora l’emozione più che la tecnica il perché dipingo. Spero che lo spettatore possa ritrovarsi da qualche parte in quelle emozioni come amore, libertà e perseveranza della natura.
Chi sono i soggetti rappresentati?
Penso, forse, che i miei lavori siano tutti in un certo senso autoritratti. Si basano sulla memoria di un luogo e di un momento particolare.
Un diario, in qualche modo, che può ricordare un attimo che è accaduto o semplicemente che vorrei fosse accaduto.
Anche per quanto riguarda la mia ritrattistica, non si tratta di una replica ma più come vedo il soggetto. Ci sono sempre piccoli riferimenti al mio mondo.
In base a cosa scegli chi ritrarre?
Dalle persone che ho amato nella mia vita a bellissimi sconosciuti, forse sono la stessa cosa. Ho anche avuto persone che mi contattano attraverso i social media, il che è sempre difficile in quanto è l’essere interiore che deve emergere per me.
Che rapporto hai con il mare, spesso presente nelle tue opere?
Sono sempre alla ricerca di un posto tranquillo dal caos che continua nel mondo e nella mia testa. Il mare è quel posto per me.
È un posto dove posso perdere la confusione e iniziare a sognare …
Un posto in cui girovagare con fantastiche fantasie.
Uno dei colori che prevale di più nei tuoi lavori è il blu, cosa ti trasmette questo colore?
Ah, sacré bleu, la tonalità sacra, il blu dell’infinito e dell’effimero, il colore del cielo intoccabile, del mare, del sesso e del desiderio. Sempre un colore di conoscenza e concentrazione che dipingo e ridipingo nuovamente.
Che tecniche utilizzi per i tuoi quadri?
Non sono un pittore tecnicamente preparato, quindi non c’è una formula che seguo. Potrei avere l’idea nella mia testa, ma lascio che il lavoro mi porti dove vuole andare. Gli errori, sebbene al momento frustranti, sono spesso ciò che mi portano in un posto nuovo e possono essere ciò che è più interessante sulla tela.
Cosa ti trasmette la nudità?
La questione della nudità… Sento che nel nudo c’è una certa vulnerabilità verso gli altri, nel nudo c’è un senso di comodità nel tuo corpo. Sono stato sia a mio agio che vulnerabile. La vulnerabilità è ciò che per prima cosa cerchiamo negli altri e cerchiamo di nascondere in noi stessi. L’idea del nudo può dissipare qualcosa di tutto ciò.
Da cosa trai maggiormente ispirazione ?
Spesso è il gesto più semplice che possa ispirare un dipinto, un momento di giocosità o una certa vulnerabilità. Sono sempre incuriosito quando come uomini possiamo abbassare la nostra armatura e mostrare qualcosa di più autentico a ciò che siamo. La semplicità funziona meglio per me nel catturare la natura spesso sfuggente dell’amore e della bellezza.
Che ricordi hai delle tue estati passate?
Su questa domanda, dovrò rimandare a Benjamin Disraeli:
“Ho visto più di quanto ricordo e ricordo più di quanto ho visto”.
Il tempo ammorbidisce la memoria, leviga i bordi ruvidi come la sabbia che sfrega sul vetro. Ci sono state grandi storie d’amore che sono durate solo fino alla fine di una giornata estiva e un delicato desiderio che può tornare su una leggera brezza. Persone che sono andate e venute che io conoscevo o desideravo conoscere, ma ciò che rimane sempre è la continua spinta delle maree dell’oceano.
In che modo ti senti legato alla Francia?
Parigi, come ogni grande amore, può sedurti con il suo fascino e lasciarti solo a camminare lungo le rive della Senna con solo il bagliore delle luci della città. È facile innamorarsi ovunque di Parigi con la sua bellezza. Un giorno spero di tornare in modo che possa ispirarmi, come ha fatto con molti prima di me.
Credi riusciremo a tornare quest’estate nelle spiagge nudi e liberi di vivere la nostra vita?
La scorsa estate è stata difficile per tutti e la spiaggia è stata un rifugio per molti. I giorni che avrebbero potuto essere solitari erano pieni di gente, quindi sono rimasto lontano fino a quando i giorni dell’estate non sono trascorsi. Spero che a poco a poco ci sarà un po’ di ritorno alla normalità e posso vagare lungo le rive sabbiose e lasciare che l’ispirazione arrivi.